Covid in Piemonte: in un giorno 40 mila persone vaccinate

Covid vaccino tampone test

TORINO – Sono 39.708 le persone comunicate all’Unità di Crisi della Regione Piemonte che oggi hanno ricevuto il vaccino contro il Covid. A 2.767 è stata somministrata la prima dose, a 2.307 la seconda, a 34.634 la terza. Dall’inizio della campagna si è proceduto all’inoculazione di 8.970.060 dosi, di cui 3.177.325 come seconde e 2.258.330 come terze. Oggi sono arrivate e sono in fase di consegna alle aziende sanitaria 57.000 dosi di vaccino Pfizer per adulti.

LA PILLOLA

Pillola anti Covid: con 144 trattamenti nell’ultima settimana il Piemonte si posiziona tra le prime 3 regioni italiane per utilizzo della terapia. Scrive Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte: “Una terapia in cui abbiamo creduto fin dall’inizio e che dimostra l’impegno costante della nostra regione nel cercare e utilizzate ogni arma a disposizione nella lotta contro il Coronavirus“. L’utilizzo della pillola anti Covid è stata avviato dopo la determinazione Aifa relativa alle modalità di utilizzo in fase precoce degli antivirali Molnupiravir e Remdesivir pubblicata il 29 dicembre 2021 sulla Gazzetta Ufficiale. Il 30 dicembre è il giorno dal quale è partito formalmente il monitoraggio. La distribuzione da parte della struttura commissariale è partita il 4 gennaio, successivamente sono iniziate le prescrizioni e l’inserimento dei pazienti nei registri.

 

IL FARMACO

La prima pillola antivirale contro il Covid deve essere assunta in caso di positività al Covid entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi per prevenire le ospedalizzazioni. Non è un’alternativa al vaccino ed è distribuita alle Regioni. Il medicinale è autorizzato per il “trattamento dei pazienti Covid-19 non ricoverati con recente insorgenza di malattia da lieve a moderata e con condizioni cliniche sottostanti che possono rappresentare fattori di rischio specifici per lo sviluppo di Covid-19 grave“. Il trattamento dura 5 giorni e consiste in 4 capsule da prendersi due volte al giorno. I medici delle Usca, su segnalazione del medico di famiglia, vanno a casa del paziente sospetto, fanno il tampone e decidono se usare il nuovo farmaco. È utilizzata per chi corre il rischio serio di finire in terapia intensiva. Il suo utilizzo non è raccomandato in gravidanza e l’allattamento al seno “deve essere interrotto durante il trattamento e per 4 giorni dopo il trattamento“.

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