Copertura del segnale radiotelevisivo: troppe persone in Italia non vedono la Rai

ROMA – Copertura del segnale radiotelevisivo: troppe persone in Italia non vedono la Rai (Comunicato Uncem).

COPERTURA DEL SEGNALE RADIOTELEVISIVO

Almeno 5 milioni di italiani hanno difficoltà a vedere sul proprio televisore i canali Rai e l’intero bouquet televisivo. Un fatto grave, irrisolto. Nel corso del 2022 e del 2023 il nuovo digitale terrestre ha complicato la situazione. E centinaia di impianti di trasmissione di proprietà degli Enti locali sono stati dismessi. Non recuperabili e adeguabili, con frequenze in contrasto e non a norma, è stato detto dagli Ispettorati territoriali MISE. Una situazione grave. Comprare il tv-sat, la parabola e tutto il resto, ha rappresentato un costo maggiore, che nelle aree montane, residenti e proprietari di seconde case, hanno dovuto affrontare loro malgrado. Di fatto si sono evidenziate così sperequazioni e sovracosti. Nella legge di bilancio 2024 ci sono risorse economiche utili – 430 milioni di euro! per migliorare la copertura – ma occorre capire per cosa e come verranno spese. Siamo disponibili e pronti a lavorare con Mimit e Dipartimenti. Uncem ritiene queste risorse un punto fermo, un successo e un beneficio per le montagne che dovranno avere nuovi e migliori segnali e ripetitori. Perché ricordiamolo: centinaia di Enti territoriali montani italiani – Comuni, Comunità montane, Unioni montane di Comuni – sono ancora proprietari e gestiscono, fanno manutenzione a decine di impianti radio-televisivi per la diffusione del segnale radio-tv.

TROPPE PERSONE IN ITALIA NON VEDONO LA RAI

Non ci fossero sarebbero almeno 10 milioni gli italiani che non vedrebbero i canali Rai e l’intero bouquet televisivo. Forse più. Gli Enti montani hanno sempre gestito quei ripetitori nell’interesse dei cittadini, è chiaro, ma anche della Rai. Senza avere benefici da canone tv, dai Ministeri e dalla Rai stessa, o da Rai Way. Ma abbiamo agito anche nel loro interesse. Nell’interesse del Paese. Uncem ha dunque ottenuto dal Parlamento in legge di bilancio, con quei 430 milioni di euro, risorse da spendere per la sostituzione di impianti obsoleti di proprietà degli Enti locali montani, per nuovi impianti, per evitare l’interruzione di pubblico servizio a causa dell’impossibilità di manutenzione straordinaria sugli impianti. Le sperimentazioni avviate con la Direzione tecnica, con il CTO Rai, con Rai Way, con il Centro Ricerche Rai, devono continuare. E stanno proseguendo con ottima interazione di Uncem. Ma con Rai dobbiamo anche dare precise informazioni agli Enti proprietari di impianti e ripetitori per la trasmissione del segnale. Eliminiamo ogni buco e ogni vuoto, ogni problema per i cittadini, in qualsiasi Comune risiedano.

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