Continua lo stop allo sci, il Ministro non fa partire la stagione. Disappunto a Bardonecchia e in Vialattea

ROMA – Il ministro della Salute ha bloccato l’apertura degli impianti da sci. L’apertura pianificata per domani lunedì 15 febbraio a Bardonecchia per il 20 a Sestriere è saltata. Arriva così una grave dichiarazione sulla riapertura prevista per domani. Alla luce delle “mutate condizioni epidemiologiche“, si legge,  “dovute alla diffusa circolazione delle varianti virali” del virus. “Allo stato attuale non appaiono sussistenti le condizioni per ulteriori rilasci delle misure contenitive attuali, incluse quelle previste per il settore sciistico amatoriale“. E’ quanto ha risposto il Comitato tecnico scientifico alla richiesta del ministro della Salute Roberto Speranza. Di “rivalutare la sussistenza dei presupposti per la riapertura” dello sci, rimandando al decisore politico la valutazione relativa all’adozione di eventuali misure più rigorose“. E’ così che il Comitato Tecnico Scientifico si è espresso sull’apertura degli impianti, rimandando perora ad una decisione politica che non è stata presa.

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DA ROMA

Dichiara l’onorevole Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia. “A 24 ore dall’annunciata riapertura degli impianti di sci, è arrivata dal Comitato tecnico-scientifico l’ennesima doccia scozzese con lo stop alla riapertura. Con ciò si conferma la totale assenza di ogni pianificazione da parte dello stesso Cts e dei ministeri interessati. Con il risultato di aggiungere ingenti danni economici a tutti gli operatori del settore. Dagli alberghi ai gestori degli impianti di risalita, dalle scuole di sci all’indotto del commercio. Perché ognuno di questi soggetti ha sostenuto spese in attesa del 15 febbraio, data della riapertura annunciata. Una programmazione seria evita di alimentare attese.

Molto più serio, invece, sarebbe annunciare che per quest’anno la stagione sciistica è out e programmare una politica adeguata di ristori. Tutti comprendono la necessità di arginare la diffusione della pandemia, con un virus diventato più aggressivo nelle sue varianti. Ma allo stesso modo vanno comprese le esigenze di quei settori come il comparto sciistico che vivono di programmazione e di investimenti. Se alla scarsità dei ristori si aggiungono le spese sostenute per una riapertura mai avvenuta, è facile immaginare come per molte imprese il fallimento sia una prospettiva concreta“.

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