Con l’emergenza sanitaria triplicata la mortalità da infarto in Piemonte

TORINO – Con l’emergenza sanitaria triplicata la mortalità da infarto in Piemonte. “Durante la fase acuta dell’emergenza – ha denunciato Giuseppe Musumeci della Società italiana di cardiologia interventistica (Gise) – la mortalità per infarto in Italia è triplicata. Mentre i ricoveri sono pressoché dimezzati anche a causa della paura del contagio. Una situazione che, per quanto in via di miglioramento, sembra ancora lontana dal garantire ai pazienti un’ordinaria capacità di offerta a causa della pressione cui le strutture ospedaliere e territoriali sono ancora sottoposte. Non va dimenticato, infatti, che un intervento tempestivo in caso di infarto incide significativamente sulla prognosi”. La dichiarazione è stata rilasciata nel corso dell’audizione della Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, con i rappresentanti delle associazioni che si occupano della presa in carico dei pazienti cardiovascolari.

IN PIEMONTE

A differenza di altre regioni – ha aggiunto Andrea Gaggiano della Società italiana di chirurgia vascolare ed endovascolare (Sicve) – nelle fasi acute della pandemia nessuna struttura complessa del Piemonte ha sospeso completamente l’attività. Ma si sono verificate riduzioni valutabili tra il 50 e il 70% per le patologie di classe A. Trascurare, per esempio, le patologie subacute degli arti inferiori, ha portato a un aumento complessivo delle amputazioni”. “Il Piemonte è senza dubbio tra le regioni che negli ultimi anni hanno investito con maggior convinzione e successo nella telemedicina, che ci consente di controllare a distanza e monitorare migliaia di pazienti per esempio per quanto riguarda il funzionamento dei pacemaker”. Lo ha dichiarato la rappresentante regionale dell’Associazione italiana di aritmologia e cardiostimolazione (Aiac) Caludia Amellone, rispondendo a una domanda di Sara Zambaia (Lega).

IL DIBATTITO

Con uno sforzo organizzativo importante l’anno scorso siamo riusciti a convogliare in un unico database i dati delle 23 emodinamiche del Piemonte – ha aggiunto Andrea Rognoni (Gise) – per lasciare una traccia di quanto la pandemia abbia inciso sui pazienti”. Il presidente Stecco si è impegnato, a nome della Commissione, a far presente alla Giunta l’urgenza di definire un percorso per rendere più versatile e competitiva la rete “Tempore”. Dovrebbe consentire di teletrasmettere immagini e dati dei pazienti per valutarne il trattamento più idoneo. Nel corso del dibattito è anche intervenuta, per richieste di approfondimenti, la consigliera Sarah Disabato (M5s).

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