Come andrà la Borsa oggi? Pratica bene, ma razzola male

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MILANO – Come andrà la Borsa di oggi?

BORSA OGGI

BORSA ITALIANA (Milano)

BORSA AMERICA NORD (NYSE)

BORSA SVIZZERA (SIXì)

LA BORSA SETTIMANALE A CURA DEL CENTRO STUDI OOPS TECH

Per la giornata odierna, Giovedì 24 Novembre 2022, ci aspettiamo una sessione con maggiore probabilità di scenario positivo. I Mercati nella sessione europea potrebbero muoversi in un trading range contrastato, con una maggiore probabilità di svilupparsi in senso positivo. Cosa si intende per:

  • Lateralità: quando il mercato si muove in territorio positivo e negativo senza una chiara direzione, ovvero quando domanda ed offerta si equiparano.
  • Lateral negativa: il movimento sarà orientato maggiormente in territorio negativo, ovvero avranno prevalenza i venditori.
  • Lateral positiva: il movimento sarà orientato maggiormente in territorio positivo, ovvero avranno prevalenza i compratori.
  • Positiva: il trend fino dall’apertura dei mercati è evidentemente a favore dei compratori.
  • Negativa: il trend fino dall’apertura dei mercati è evidentemente a favore dei venditori.

Pratica bene, ma razzola male

Dopo Uniper, la Germania torna in campo per nazionalizzare un altro gruppo energetico carico di debiti e salvarlo così dalla bancarotta: si tratta di Sefe, ex filiale locale del gigante russo Gazprom, nonché secondo importatore di gas del Paese. Si cerca di garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di gas del Paese. Sefe, che in precedenza operava con il nome di Gazprom Germania, è una società  chiave per la fornitura di energia in Germania. Tra i suoi clienti ci sono le aziende municipalizzate e la sua quota di mercato è di circa il 20%. Il gruppo possiede anche numerosi impianti di trasporto e stoccaggio del gas, tra cui il più grande serbatoio d’Europa a Rehden (nord-ovest). A fine agosto, il gruppo registrava 1 miliardo di euro di capitale proprio e 3 miliardi di euro di debiti. La Germania inietterà 225 milioni di euro nella società diventando così  il nuovo azionista unico. Il Governo tedesco prevede inoltre di aumentare a 13,8 miliardi di euro il prestito concesso dalla banca statale tedesca KfW alla società, al fine di incrementare il patrimonio netto dell’azienda attraverso uno scambio di debito con capitale proprio.

Quella di Sefe rappresenta la seconda operazione di nazionalizzazione in pochi mesi, dopo quella di Uniper. Con il crollo delle forniture del metano russo, il colosso delle utility era finito la scorsa estate sull’orlo del crac perché era stato costretto a comprarlo sul mercato libero a prezzi schizzati alle stelle per poi rivenderlo a prezzi più bassi ai suoi clienti. A fine luglio il governo aveva annunciato il suo ingresso nel capitale. Poi, a fine settembre, la decisione di nazionalizzare l’azienda. Il Governo tedesco non si fa nessun problema a salvare le proprie aziende e a concedere prestiti pazzi ad esse, ma se le aziende sono oltre confine, il loro,  è sempre pronto ad alzare la mano e ad ammonire chi lo fa, in nome di una sana concorrenza, dove i meritevoli prosperano e gli incapaci falliscono. Pensiamo sia corretto salvare una società strategica per il popolo tedesco, ma non è corretto fare la morale a chi lo fa a sua volta. Inoltre, noi italiani lo sappiamo bene, nazionalizzare è il primo step di una lunga serie che col tempo accresce il debito pro-capite. Buona fortuna (Centro Studi OOPS Tech).

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