CHIUSA DI SAN MICHELE – Il 26 maggio ricorre il 76° anniversario dell’eccidio degli undici partigiani fucilati dal regime nazifascista per rappresaglia a Chiusa San Michele. Il Comune organizza la commemorazione dei martiri della Buonaria, undici partigiani fucilati dal regime nazifascista per rappresaglia il 26 maggio 1944. Quest’anno non ci sarà la partecipazione popolare a causa del Cornavirus. Sabato 30 maggio il sindaco, gli amministratori comunali di Chiusa San Michele e il Presidente dell’ANPI di Chiusa San Michele, a nome di tutta la cittadinanza, renderanno omaggio al monumento ai Caduti partigiani. Ugualmente sarà possibile seguire la cerimonia in diretta sulla pagina Facebook del Comune, con inizio alle ore 10.
LA STORIA
Il 19 maggio un gruppo di partigiani intercetta sulla provinciale che congiunge attraverso il Colle Braida una camionetta tedesca. A bordo due militi e un ufficiale delle SS. L’ufficiale e uno dei soldati restano uccisi. Quindi il terzo tedesco riesce a salvarsi e portarsi a valle. Scatta la rappresaglia. Il 21 viene cannoneggiato il borgo di San Pietro sotto la Sacra di San Michele. A Giaveno trecento uomini vengono presi in ostaggio. Il 22 viene saccheggiata e incendiata la borgata di Basinatto di Chiusa San Michele. Si trova proprio alle spalle della curva dove la vettura tedesca a stata attaccata. Oggi, sono visibili le travi annerite dal fuoco. Il 23 viene bombardata e distrutta la borgata Selvaggio, fra Giaveno e Coazze. Quindi il 26 maggio quarantuno prigionieri vengono prelevati dalle Carceri di Torino.
I PARTIGIANI MORTI
Dieci sono passati per le armi a Valgioie, dieci a Coazze, dieci a Giaveno. Sono i centri urbani pia vicini. I restanti undici sono condotti all’alba alla Bonaria. Sul luogo dell’attacco partigiano, così detto perchè all’epoca sulla spianata vi sorgeva l’albergo appunto “Della buon’aria“. Sono fucilati sul ciglio della strada. A assistere gli abitanti di Basinatto prelevati dalle loro abitazion. Le salme, per merito del commissario prefettizio di Chiusa di San Michele, Luigi Bruno, e di alcuni cittadini della Chiusa, vengono nottetempo ricomposte e seppellite.
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