C’è un questionario sulle minoranze linguistiche in Valle di Susa

chiomonte

VALSUSA – C’è un questionario sulle minoranze linguistiche in Valle di Susa.

QUESTIONARIO SULLE MINORANZE LINGUISTICHE IN VALSUSA

Antonella Bufalo, studentessa laureanda magistrale presso l’Università degli Studi di Torino con indirizzo Comunicazione Internazionale per il Turismo, propone via web un questionario sulle minoranze linguistiche in Valle di Susa. Attraverso questo breve sondaggio è sua intenzione indagare la percezione e la conoscenza delle lingue di minoranza tutelate dalla legge nazionale presenti sul territorio valsusino. Il sondaggio è anonimo e rivolto a tutti gli abitanti della Valle di Susa. “Ringrazio in anticipo tutti coloro i quali spenderanno qualche minuto nella breve compilazione” spiega la studentessa. Ecco il LINK.

LA LEGGE

La legge 482 del 15 dicembre 1999, pur riconoscendo nell’Italiano la lingua ufficiale, tutela la lingua e la cultura delle minoranze (in attuazione dell’articolo 6 della Costituzione e in armonia con i principi generali stabiliti dagli organismi europei). La legge conferisce un ruolo preminente alla scuola e affida ad essa il compito di valorizzare il ricco mosaico di lingue, offrire opportunità formative sempre più ampie, garantendo il diritto degli appartenenti a tali minoranze ad apprendere la propria lingua materna. In particolare gli articoli 4 e 5 della legge 482 prevedono due livelli di intervento: il livello centrale, con la promozione e la realizzazione di progetti nazionali o locali di valorizzazione delle lingue di minoranza. Poi il livello delle singole istituzioni scolastiche situate in ambiti territoriali e sub-comunali delimitati in cui si applicano le disposizioni di tutela delle minoranze linguistiche storiche. La legge contiene norme specifiche per l’insegnamento delle lingue minoritarie nelle scuole delle dodici comunità linguistiche riconosciute: comunità albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo. A tale quadro di riferimento si ispirano le azioni del Miur.

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