Buttigliera Alta: domenica 14 novembre alla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso una grande fiera medievale

Fiera autunno Ranverso

BUTTIGLIERA ALTA – Domenica 14 novembre nel parco della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso si terrà una grande fiera medievale. In occasione delle Festa di San Martino, che viene celebrata l’11 novembre, la Precettoria, in collaborazione con l’associazione di rievocatori Speculum Historiae, organizzerà l’evento “La Fiera di San Martino. Un giorno nel Medioevo”. Attraverso le figure dei rievocatori saranno ricordati i mercanti, i pellegrini, i viandanti, con le loro merci, gli oggetti e gli usi e costumi del XV secolo.

UN EVENTO UNICO IN UNA CORNICE ECCEZIONALE

Questa sagra è ispirata alle grandi fiere autunnali del Medioevo. Esse si tenevano proprio in questo periodo. Il pubblico avrà la possibilità di scoprire le merci che venivano vendute in quell’epoca e la vita quotidiana delle persone. Tutto questo in un luogo unico, ubicato lungo la Via Francigena. Da Canterbury, conduceva i pellegrini in Terra Santa. La fiera avrà come cornice lo spettacolo dei colori autunnali.  Una tavolozza di tonalità calde, dal rosso scarlatto, al giallo e all’arancio, fino al marrone.

LE STOFFE E GLI ALIMENTI DELL’EPOCA

Saranno allestiti banchi didattici con diversi tipi di mestieri ed attività commerciali tipiche del Basso Medioevo in Valsusa. Il mercante dei panni ed il sarto illustreranno ai visitatori le stoffe utilizzate in quell’epoca. Le tecniche di lavorazione della lana, quali vestiti venivano indossati ed i colori di tendenza.
Presso la bancarella alimentare il pubblico apprenderà la dieta tipica medievale, gli ingredienti utilizzati per la preparazione e la conservazione delle pietanze ed i cibi consumati in base alla classe sociale.

LA CACCIA E LA SCRITTURA

I figuranti presso il banco avente come tematica la vita militare e la caccia illustreranno ai visitatori quali armi venivano utilizzate. L’equipaggiamento militare e le attrezzature da combattimento in quell’epoca. Verranno inoltre spiegate le differenze tra armi per la guerra e per l’attività venatoria. Il banco dell’amanuense tratterà invece della scrittura e dell’arte della trascrizione dei documenti. Prima dell’invenzione della stampa a caratteri mobili nel 1453 ad opera del tedesco Johannes Gutenberg, esistevano gli amanuensi. Molto spesso monaci, essi di mestiere ricopiavano i testi manoscritti al servizio di privati o in centri scrittori.

COME PARTECIPARE

L’evento durerà tutto il giorno e sarà compreso nel costo del biglietto d’ingresso della precettoria. Verranno inoltre organizzate visite guidate al complesso. Durante la giornata ci saranno specifici momenti di animazione a tema medievale. L’edificio rimarrà chiuso dalle 12.30 alle 14.00.
Per informazioni e prenotazioni telefonare allo 011 9367450 o scrivere a ranverso@ordinemauriziano.it

LE TRADIZIONI DI SAN MARTINO

La ricorrenza di San Martino è sempre stata molto importante nella vita contadina. Si aprono le botti di vino novello. Vengono organizzate grandi fiere del bestiame. In passato in questo giorno venivano rinnovati i contratti agricoli annuali. I contadini il cui contratto non era rinnovato dovevano lasciare l’appezzamento. Da questo trae origine l’espressione “fare San Martino”, che significa traslocare.

LA PRECETTORIA NEL BASSO MEDIOEVO

Contrariamente alla Sacra di San Michele, che dal 1381, quando iniziò l’amministrazione commendatari, cominciò la sua lenta decadenza, la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso nel Basso Medioevo viveva ancora i suoi “anni d’oro”. Il complesso, gestito dagli Antoniani, comprendeva la chiesa, l’ospedale, il monastero ed un articolato sistema di cascine. Era un importante tappa per i pellegrini, che valicati il Moncenisio ed il Monginevro, percorrevano la Via Francigena in direzione Torino. Proprio in quegli anni il suo ospedale ha svolto un ruolo fondamentale per la cura e l’assistenza agli appestati, oltreché per la cura dei malati di “fuoco di Sant’Antonio”.

IL DUCATO DI SAVOIA NEL BASSO MEDIOEVO

Gran parte del Piemonte nel Basso Medioevo faceva parte del Ducato di Savoia, il cui sovrano era Amedeo VIII, il monarca che nel 1416 è riuscito ad ottenere dall’Imperatore del Sacro Romano Impero Sigismondo di Lussemburgo l’elevazione a ducato della sua contea. Nel 1424 ha creato per il suo primogenito il Principato di Piemonte, dotandolo del Drapò che ancora oggi è la bandiera della nostra regione. Il 5 novembre 1439 è stato eletto antipapa con il nome di Felice V dal Concilio di Basilea. Il 6 gennaio 1440, per dedicarsi appieno al suo nuovo compito, ha abdicato a favore del figlio Ludovico, già reggente dal 1434.
Ma non tutta la nostra regione era governata dai Savoia.

IL PIEMONTE NEL BASSO MEDIOEVO: UN PUZZLE DI STATI

Il territorio di Saluzzo era un marchesato retto dalla dinastia Del Vasto. In quegli anni la piccola nazione era governata da Valerano, reggente del fratellastro Lodovico I. Esso, essendo figlio illegittimo del Marchese Tommaso III, per darsi una legittimità intorno al 1420 ha fatto affrescare la grande Sala Baronale del Castello della Manta con dipinti ispirati a “Le Chevalier Errant”, il romanzo del padre, uno dei più importanti testi cavallereschi medievali. Nella parte est del Piemonte c’era invece il Marchesato del Monferrato, retto dalla dinastia dei Paleologi. Tra il Marchesato di Saluzzo e quello del Monferrato esisteva la Contea dei Radicati. I conti, divisi nei vari rami da Cocconato governavano lo Stato a rotazione annuale. Ad est, nella zona del Lago Maggiore, c’era lo Stato Borromeo. Anche la confinante Liguria era un vero e proprio puzzle di staterelli: le Repubbliche di Genova e di Noli, i Marchesati di Finale, Zuccarello e Dolceacqua e la Contea di Ventimiglia.

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