BUSSOLENO – A Bussoleno le vetrine sotto i portici di Via Traforo ospitano una mostra fotografica curata da Giovanni Vighetti. Il tema ĆØ le montagne della nostra Valle e di altre valli alpine. Meta di passeggiate, di escursioni estive e invernali e anche di gite di scialpinismo. A beneficio di tutti e in particolare dei concittadini che non svolgono personalmente queste attivitĆ in alta montagna. Una carrellata di immagini del paesaggio montano tra neve, vette e splendidi panorami imbiancati.
UN PERSONAGGIO, VITTORIO SELLA
Se si parla di fotografia di montagna bisogna ricordare Vittorio Sella che ĆØ stato un alpinista e fotografo italiano. Le sue foto di montagna sono ancora considerate tra le piĆ¹ belle mai fatte.Ā Nato a Biella nel 1859 dall’industriale Giuseppe Venanzio Sella e da Clementina Mosca Riatel, ereditĆ² la passione della montagna dallo zio Quintino Sella. Fondatore del Club Alpino Italiano. PortĆ² a termine numerose ascensioni notevoli nelle Alpi. Tra cui le prime invernali del Cervino e del Monte Rosa, e la prima traversata invernale del Monte Bianco. PartecipĆ² a diverse spedizioni all’estero. Tre spedizioni sul Caucaso, dove c’ĆØ ancora oggi un picco che porta il suo nome, la spedizione al monte Sant’Elias in Alaska del 1897. La spedizione al monte Ruwenzori in Uganda del 1906, e la spedizione al K2 del 1909. In queste ultime tre spedizioni fu compagno di Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, Duca degli Abruzzi.
CON IL DUCA DEGLI ABRUZZI
GiĆ nel 1899 aveva preso parte anche alla spedizione del Duca degli Abruzzi al Polo Nord sulla nave Stella Polare. Sella proseguƬ l’attivitĆ alpinistica fino in tarda etĆ . CompƬ il suo ultimo tentativo al Cervino all’etĆ di 76 anni. In quest’occasione dovette ritirarsi in seguito ad un incidente occorso ad una delle sue guide. Sella morƬ nella sua Biella nel 1943 e fu sepolto nel cimitero monumentale di Oropa. La sua collezione fotografica ĆØ oggi gestita dalla Fondazione Sella. L’alta qualitĆ delle foto di Vittorio Sella ĆØ in parte dovuta al suo utilizzo di lastre fotografiche da 30×40 cm, nonostante le difficoltĆ che comportava il trasporto del relativo equipaggiamento, pesante e fragile, in luoghi remoti. Per poter trasportare le lastre in sicurezza, dovette sviluppare dell’equipaggiamento apposito, compresi delle sacche da sella e degli zaini modificati. Le sue fotografie ebbero ampia diffusione, sia sulla stampa che in mostre, e ricevettero molti plausi; Ansel Adams, che ne vide 31 in un’esposizione che Sella aveva fatto al Sierra Club americano, disse che ispiravano “un senso di meraviglia di tipo religioso”. Molte delle sue fotografie ritraevano montagne di cui non esistevano precedenti rappresentazioni, ed hanno quindi sia valore artistico che valore storico; ad esempio, sono state utilizzate per misurare la ritirata dei ghiacciai del Ruwenzori. Gli ĆØ stato dedicato il rifugio Vittorio Sella, posto nel Parco nazionale del Gran Paradiso.
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