Bardonecchia: un bilancio di Francesco Avato, amministratore e bardonecchiese Doc

BARDONECCHIA – Tra pochi giorni la professoressa Chiara Rossetti giurerà da sindaco di Bardonecchia e si chiuderà così la seconda parentesi da primo cittadino di Francesco Avato. Quella di non correre più come candidato sindaco è stata una scelta, come continuità di un progetto, ma è stato presente nel gruppo dove ha contribuito ampiamente al risultato. I suoi 172 voti lo fanno il candidato più votato di queste elezioni e una sorta di plebiscito sul suo operato. Francesco non si è inventato sindaco, prima della sua elezione ormai vent’anni fa, si era fatto la gavetta in Consiglio Comunale come consigliere. Allora, anche a Bardonecchia, i partiti avevano il loro peso e i politici ne rappresentavano l’autorevolezza e la durezza negli scontri. Poi arrivano gli anni difficilissimi delle indagini, dello scioglimento del Consiglio Comunale, e una ripresa della vita democratica in una più semplice quotidianità. Avato in qualche modo ha rappresentato con la sua pazienza e riservatezza, ad errore da molti confusi con incertezza e mancanza di coraggio, la rinascita culturale e civica del paese.

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IL PAESE

Essere sindaco a Bardonecchia vuol dire dover mediare ed occuparsi di temi davvero complessi. Una città che passa da 3mila a 30mila abitanti due volte l’anno vive come in un perpetuo turbine senza fine. Ha bisogno dei servizi per i residenti come le comodità per i turisti. Vive l’estate come l’inverno dovendo gestire uno dei territori più grandi della Valsusa. Passa l’autostrada, la cui gestione è sempre più scollegata al territorio, e la ferrovia. E i terreni italiani nella Valle Stretta francese? Ricordano il film di Totò con il confine in casa. Se si parla con Francesco, ed è difficile fargli fare un bilancio della sua attività di tanti anni, lui minimizza. Così per capire la sostanza delle sue scelte si scorre il bilancio presentato prima della fine della legislatura. Sulla gestione della montagna, che poi arriva nel concentrico, ci sono sponde di fiumi, strade, sentieri, muri, paravalanghe, illuminazione e tanto altro.

IL TERRITORIO

Una visione, quella di Avato, che parte dal territorio e le sue qualità. Di mestiere propone e vende prodotti della Valle e del paese. Ricerca sotto casa quello che di gustoso e di qualità per troppe volte abbiamo dimenticato e perso. Così è in politica. Ha guidato giunte sempre attente al paese e al suo futuro sviluppo tra commercio, sci, viabilità e il sociale. Mentre tutti i giorni in Tv passano le immagini dei migranti appena sbarcati nelle isole del Sud, mai si pensa all’enorme lavoro fatto in questi anni sulle montagne della Conca. Si parla di un passaggio di migliaia di persone che sono state aiutate, soccorse e curate. Avato è il protagonista, non il testimone, di questa comunione di associazioni e volontari che per mesi hanno compiuto un miracolo umanitari che si fa finta di vedere. Di questo ritratto del “fu” sindaco attenzione che ci sono anche i difetti. Ad esempio aver servito la Patria negli Alpini non con il fucile ma con la sua tromba. Sapete che ha una fascia tricolore tutta sua autografata dal presidente Ciampi?

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