ALPIGNANO – La scuola Gramsci riaprirà per l’anno scolastico 2019/20. La giunta comunale ha infatti approvato lo scorso 18 giugno il progetto definitivo di manutenzione straordinaria, ristrutturazione edilizia e bonifica dall’amianto del primo lotto funzionale dell’istituto.
La scuola era stata chiusa nel 2015, e da allora le sue 10 classi erano state distribuite nei plessi della Matteotti e della Turati, entrambi a sud del fiume. “Questo ha portato disagi alle famiglie, poiché la Gramsci è l’unica scuola primaria del territorio a nord della Dora, e anche all’Amministrazione comunale per i costi sostenuti per il trasporto degli alunni ai plessi di destinazione”, ricorda l’assessore ai lavori pubblici Maurizio Morra di Cella.
Dopo lo studio di fattibilità tecnico ed economico condotto lo scorso anno, con l’approvazione del progetto definitivo i lavori potranno partire per rimettere in sicurezza una struttura degradata da tre anni di chiusura: “L’ostacolo principale alla riapertura della scuola è, semplicemente, il fatto stesso che sia stata chiusa, cosa che oggi comporta un adeguamento in termini strutturali come se si dovesse riaprire un nuovo istituto”. La messa in sicurezza e ammodernamento del plesso si inserisce all’interno del piano che riguarda tutti i plessi della città per quanto riguarda l’adeguamento energetico alla classe A+, l’abbatimento delle barriere architettoniche, l’antisismicità e l’ottenimento del certificato di prevenzione incendi.
Non solo: i lavori sul plesso Gramsci punteranno anche a risolvere il problema dell’amianto contenuto nelle pareti. Spiega la giunta: “Il piano è quello di incapsulare le pareti, processo che consiste nel trattamento di materiali che contengono amianto con specifici prodotti che creano uno strato isolante tra il materiale (in questo caso le pareti) e l’ambiente, impedendo ogni dispersione anche accidentale di fibre nell’aria e garantendo in questo modo la sicurezza agli utenti della struttura, bambini, insegnanti e genitori”.
Spiega l’assessore al bilancio e all’istruzione Maria Luigia d’Abbene, che ribadisce che la ricerca di finanziamenti esterni continuerà per tutta la durata dei lavori, per cercare di ridurre il ricorso a fondi comunali: “Abbiamo già iniziato ad abbattere i costi con la scelta di affidarci a tecnici interni al comune per la fase di progettazione, senza dover così pagare professionisti esterni. Un risparmio iniziale di circa 60.000 euro”.