Alpignano: al Museo Cruto il ricordo dell’alluvione del Polesine 70 anni dopo

ALPIGNANO – La Fameja polesana di Alpignano, con il patrocinio del Comune, organizza una mostra video-fotografica sull’alluvione
che il fiume Po provocò nella zona del Polesine nel novembre 1951, causando vittime e costringendo un terzo della popolazione ad emigrare verso altre regioni. La mostra inaugura sabato 13 novembre alle 15, presso il salone Cruto in via Matteotti 2, dove oltre agli interventi ufficiali e ai filmati dell’epoca si potrà assistere alle danze tipiche del folklore veneto. Saranno anche premiati alcuni polesani che per loro meriti si sono distinti sul territorio.  La mostra sarà aperta nei giorni: venerdì 12 novembre, dalle 15 alle 18; sabato 13 dalle 10 alle 12,30 e dalle 15 alle 18; domenica 14 dalle 10 alle 12,30 e dalle 15 alle 18.

L’ALLUVIONE

L’alluvione del Polesine del novembre 1951 fu un evento catastrofico che colpì gran parte del territorio della provincia di Rovigo e parte di quello della provincia di Venezia, causando circa cento vittime e più di 180.000 senzatetto, con molte conseguenze sociali ed economiche. Già nelle prime ore del giorno 14 novembre, il colmo di piena iniziava ad interessare l’Alto Polesine. Gli abitanti di Melara, Bergantino, Castelnovo Bariano, Castelmassa, Calto e degli altri centri rivieraschi iniziavano una corsa contro il tempo nel tentativo di contenere le acque del fiume all’interno dei propri argini. Guidate dai propri sindaci in prima persona, sotto il coordinamento di tecnici locali, queste popolazioni intraprendevano un’immane opera di sovralzo delle sommità arginali mediante la costruzione di coronelle e soprassogli.

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