Almese ha ricordato le vittime delle Mafie con i ragazzi delle scuole

ALMESE – Si è svolta mercoledì 22 marzo ad Almese la XXII Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle Vittime Innocenti delle Mafie.

Giornata in ricordo delle Vittime Innocenti delle Mafie

La giornata è stata organizzata dal Presidio Bassa Valle Susa dell’Associazione Libera e dal Comune di Almese in collaborazione con l’Istituto Comprensivo ed ha visto come protagonisti proprio i ragazzi. La mattina è stata dedicata interamente agli studenti delle classi terze della scuola secondaria di primo grado presso l’Auditorium Magnetto, dove i docenti si sono alternati tra lezioni di approfondimento e testimonianze dirette. Inoltre i membri del Presidio locale di Libera hanno presentato le loro attività ed iniziative: un modo per seminare nei ragazzi la curiosità e la voglia di mettersi in gioco in prima persona.

Le celebrazioni

Nel pomeriggio, a partire dalle 18.00, si è svolta, sempre presso l’Auditorium Magnetto, la cerimonia laica di lettura dei circa novecento nomi delle vittime di mafia. Un momento delicato e toccante a cui hanno partecipato numerosi Sindaci della Val Susa, i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, i Parroci, le Associazioni almesine e molti ragazzi della scuola secondaria di primo grado e della scuola primaria di Milanere, intitolata a Falcone e Borsellino, accompagnati dai loro insegnanti.
A sera si è svolta la proiezione del film “La nostra terra” che ben racconta come sia difficile il lavoro di recupero dei beni confiscati alle mafie e quanto una legge come la 109 sia fondamentale per sconfiggerle, ma anche difficile da applicare. Basti solo pensare che la proposta di legge risale al 1980 a firma di Pio La Torre, ucciso poi dalla mafia nel 1982. Solo nel 1996 questa proposta è diventata legge dello Stato, grazie all’intervento dell’Associazione Libera e della mobilitazione di più di un milione di cittadini.
Su circa 24 mila beni confiscati solo 6000 sono stati finora assegnati.

Le performance dei ragazzi

I ragazzi della secondaria di primo grado hanno organizzato una performance artistica durante la lettura realizzando circa novanta palline colorate con i nomi delle vittime delle mafie, appese a fili e tenute in sospeso con delle bacchette: durante la lettura i ragazzi hanno progressivamente fatto cadere queste sfere che, una dopo l’altra, hanno ricoperto il palco del Magnetto. Dopo l’introduzione di Maurizio Raschio dell’Associazione Libera, il Sindaco di Almese, Ombretta Bertolo, ha rappresentato la società civile come un corpo nel quale ognuno di noi è una cellula: se tutte le cellule sono sane anche il corpo lo è e, viceversa, se anche una sola cellula si ammala, il male si propaga rapidamente. “Il fenomeno mafioso – ha affermato il Sindaco – non è qualcosa lontano da noi, geograficamente collocato in alcune regioni del Sud, ma è qualcosa che ci tocca da vicino. Con il nostro comportamento possiamo davvero agire nel nostro quotidiano e sul nostro territorio. Il ruolo degli adulti è quello di insegnare ai ragazzi a distinguere il bene dal male con chiarezza. Bisogna parlare di mafia e di illegalità affinché sappiano distinguere le cellule malate perché, per sconfiggere la mafia, ci vogliono uomini e donne che sappiano riconoscerla e lavorino per portare legalità.”

Le scuole di Almese

La Dirigente scolastica Anna Salvatore ha espresso tutta la sua soddisfazione, evidenziando come giornate come questa rappresentino l’essenza del “fare scuola”, perché la scuola è il luogo deputato all’educazione e l’educazione alla legalità e alla trasparenza sono l’essenza per le cittadine e i cittadini del futuro. Fenomeni come il bullismo, le violenze e le sopraffazioni tra ragazzi sono l’esempio di come il lavoro da fare sia tanto e da qui l’istituzione scolastica deve ripartire. È seguita la lettura dei nomi delle vittime di mafia: si è creata una lunga fila spontanea di persone tra sindaci, autorità, rappresentanti delle associazioni e semplici cittadini, molti bambini insieme a genitori e insegnati, che a turno hanno pronunciato i nomi delle vittime. Ogni pallina colorata che è caduta sul palco rappresenta un seme da mettere a frutto per far crescere luoghi di speranza, come recitava il tema di quest’anno.