A Sant’Ambrogio la tradizionale traslazione delle reliquie del Santo Giovanni Vincenzo

S.AMBROGIO – Si è svolta oggi a Sant’Ambrogio, con il vescovo di Susa Monsignor Badini Confalonieri, la celebrazione della festa della traslazione delle reliquie del santo patrono Giovanni Vincenzo. Quindi la messa presieduta dal vescovo ha visto la partecipazione dei soci della Società Abbadia schierati con alabarde e bandiere. Quindi era presente l’Abbà  dell’anno Enrico Crosetta. Il parroco a nome della comunità ha rivolto il saluto al Vescovo e si è complimentato della fedeltà  della secolare Abbadia al Santo Patrono invitando ad continuare ad essere testimoni della fede cristiana in ogni ambito di vita.

LA SANTA MESSA

Dopo la messa a Sant’Ambrogio si è svolta la tradizionale processione fino al pilone di San Giovanni Vincenzo posto proprio all’inizio della mulattiera che sale alla Sacra, costruito dove la tradizione vuole si sia fermata la cavalcatura con le preziose reliquie del santo patrono a pochi passi dalla facciata della chiesa romanica ora demolita. Qui l’Abbà  ha letto il proclama alla gente rievocandola traslazione mentre e il celebrante ha rivolto una preghiera d’affidamento della comunità  al santo patrono. Le preziose reliquie sono custodite in un prezioso reliquiario posto ai piedi dell’altare barocco della chiesa parrocchiale; l’urna di bronzo e ottone dorato che custodisce le reliquie del Santo Patrono fu donata, per sciogliere un voto, dall’Amministrazione comunale di Sant’Ambrogio il 21 novembre 1836.

SAN GIOVANNI VINCENZO

Nacque a Besate  intorno all’anno 955. Poi come risulta dagli esami medici effettuati nell’anno 2000 durante la ricognizione delle reliquie che hanno evidenziato un’età di circa 45 anni. Quindi discepolo di Romualdo di Camaldoli fu nominato 57º arcivescovo di Ravenna sotto papa Giovanni XIV nell’anno 983 con il nome di Giovanni X. Resse l’arcidiocesi tra il 983 ed il 998 nel corso dei decenni dove l’impero era governato dalla dinastia degli Ottone.

Poi in questo periodo, come risulta dalla storia di Ravenna, il Regno d’Italia fu unito a quello di Germania nell’ambito del Sacro Romano Impero. Gerberto di Aurillac, suo successore sulla cattedra ravennate, fu nominato arcivescovo il 28 aprile 998. Giovanni Vincenzo in quella primavera del 998 si ritirò eremita sul Monte Caprasio in Valle di Susa nelle grotte naturali presso l’abitato di Celle. Quindi all’opera di san Giovanni Vincenzo si deve l’avvio della costruzione del grande monastero della Sacra di San Michele alla fine del X secolo.