RIVOLI – “Il Consiglio comunale di Rivoli nella seduta del 29 maggio ha approvato a larga maggioranza, con soli due voti contrari, la nostra mozione per intitolare lo spazio antistante agli istituto Darwin e Romero al Beato Rolando Maria Rivi brutalmente torturato ed assassinato a soli quattordici anni in provincia di Modena” hanno dichiarato i Consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Valerio Calosso, Vincenzo Vozzo e Federico Depetris – Proprio dinnanzi all’ex seminario di Rivoli, una targa con “Largo Beato Rolando Maria Rivi” ricorderà agli studenti la figura di un ragazzo, un giovane seminarista, assassinato perché con grande coraggio non volle smettere di indossare l’abito talare”. La mozione è stata illustrata dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia Vincenzo Vozzo. La tragica storia di Rolando Maria Rivi mi ha fortemente colpito. Per me è stato un grandissimo onore poter illustrare questa mozione per intitolargli uno spazio pubblico della nostra città proprio nel giorno, 29 maggio, in cui la Chiesa Cattolica celebra la festa del Beato. Solo il consigliere comunale di Alleanza Verdi Sinistra ed un consigliere comunale del Partito democratico hanno votato contro la mozione per l’intitolazione di uno spazio al Beato Rolando Maria Rivi.
Dibattito durante la seduta del Consiglio comunale
“Questa mozione oggi ci consente di riflettere, ancora una volta ed una volta di più, sui tragici fatti che si sono consumati in tutta Italia ed in particolare nelle regioni del centro-nord durante in quella che per anni è stata ritenuta solo una guerra di “liberazione”, ma che fu anche e purtroppo soprattutto una guerra fratricida nella quale tutte le parti coinvolte si sono macchiate di crimini che oggi ci creano, giustamente, un senso di orrore e repulsione.” Ha dichiarato nel corso della seduta del Consiglio, Federico Depetris di Fratelli d’Italia: “Ad ogni celebrazione del 25 aprile si sente ripetere della necessità che venga costruita una “memoria nazionale condivisa” sui tragici fatti della guerra civile. Nulla di più difficile e complesso, perché quando ci si ammazza tra fratelli, vicini di casa, quando ci si divide e ci si combatte con l’obbiettivo di distruggere l’altra parte, trovare, alla fine di tutto, un punto di incontro è un percorso difficilissimo. Però se di una memoria condivisa non può parlarsi e se una memoria condivisa non ci sarà forse mai, possiamo gettare le basi per costruire un percorso fatto di rispetto per le “memorie” altrui. Il biennio 43-45 fu un periodo terribile. La nostra Nazione si è lacerata ed ancora oggi facciamo fatica a ricucire tutti i lembi delle profonde ferite che l’un l’altro i nostri ascendenti si sono fatti.