A Condove rivive Fortunato Bauchiero e la sua “Monce”

Fortunato BauchieroFortunato Bauchiero

CONDOVE – Nella storia c’è un prima e c’è un dopo, anche in quella dei paesi. Il prima di Condove è quella rappresentata da sul nome e dal suo stemma: pecore. Una chiesa barocca, case arroccate una sull’altra, un laboratorio chimico fuori paese e tanta agricoltura. La vita era in montagna nei comuni di Mocchie e Frassinere, sotto, nella piana poco o nulla. Quando arrivò la ferrovia la fermata era anche distante. Poi arrivò lui e cominciò il dopo che ancora oggi, dopo più di cent’anni, è il segno urbanistico e la memoria del paese. Chi è il lui? Fortunato Bauchiero l’imprenditore che con il suo impianto industriale cambiò per sempre la città e la sua gente. Un profilo preciso dell’industriale è ancora da tracciare con esattezza, umano o spregiudicato, accorto o  ingenuo, capace o sprovveduto?

BAUCHIERO

Di certo rimane la sua capacità di mettere insieme denari e produrre per lo Stato quando l’ora delle armi e delle guerre aveva suonato in tutto il Paese. Di lui rimane un ricordo sbiadito, molte fotografie e un mezzobusto poggiato, quand’era ancora in vita, ed ora in un giardino intitolato ad altri. L’opera industriale è un storia che piaccia o no fu comunque improntata tutta verso il Ministero della Guerra, quella civica ne fu una conseguenza. Parliamo dell’epoca fascista, lo Stato era il committente, la fabbrica impegnava finanze importanti nel paese. Un “do ut des” grazie al quale furono costruiti il “Villaggio Mussolini” aggregazione di case bifamiliari (in cui adesso, paradossi della storia, c’è via Gramsci), il Mercato Coperto, Via Cesare Battisti cioè la nuova strada verso il cimitero con fognatura, il Palazzo del Dopolavoro e la caserma dei Reali Carabinieri, il Poliambulatorio per visite, parti e assistenza sanitaria.

IL PAESE

Furono allargate strade, rifatte fontane e lavatoi e costruiti ponti tanto…pagava Bauchiero. Tra le ombre della sua attività qualche causa per prodotti venduti fallati o scadenti. Poi la vendita della maggioranza delle quote ad una cordata d’imprenditori e il suo “buen retiro” nella sua villa tra visite, fotografie alle manifestazione e presenze; insomma più nulla. L’Amministrazione Comunale, in apertura dei festeggiamenti per la Festa Patronale, sabato 23 propone una passeggiata per la Condove di inizio ‘900, quando “La Monce” scandiva la vita dell’intero paese. Molto più di una fabbrica, a cadenzare le giornate dei padri di famiglia, delle donne che preparavano la cena e si ritrovavano insieme a lavare le tute blu, dei bambini che giocavano sui balconi delle Case Operaie in attesa dei papà.

LA SIRENA

La sirena suonava puntuale ogni giorno alle 6.40, per tutta Condove indistintamente. La fabbrica del paese contava oltre 1000 operai provenienti da tutta la Valle e quasi tutti gli uomini di Condove erano maestranze. La partenza è dal sagrato della Chiesa Parrocchiale alle ore 17. Ad accogliere il gruppo ci sarà un “signor Bauchiero” che, dopo la prima tappa all’attuale casa di riposo, guiderà i  visitatori alle Case Operaie, in Piazza Vittorio Veneto fino a raggiungere l’ingresso della fabbrica su Via Torino. Bauchiero ci guiderà poi verso le villette di Via Gramsci, per concludere la passeggiata all’ex Dopolavoro, oggi biblioteca, della Piazza. Varie tappe, dunque, dove verrà raccontata un po’ di storia grazie ai ciceroni locali Alberto Borgatta, Elisio Croce, Enrica De Sario, Enrico Giorda ed Antonietta Muciaccito, guide del tutto volontarie.

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