Sgarbi alla Sacra di San Michele inaugura la mostra di Ottavio Mazzonis

Vittorio SgarbiVittorio Sgarbi

S.AMBROGIO – E’ stata inaugurata sabato 1 aprile presso la suggestiva cornice della Sacra di San Michele la mostra pittorica di Ottavio Mazzonis “Le donne nel Vangelo”. A portare i saluti ed il benvenuto presso l’abbazia rosminiana ai numerosi partecipanti è stato il Padre Rettore Giuseppe Bagattini. Ha invitato il pubblico ad apprezzare le Madonne raffigurate nelle opere della Sacra, che sempre lo commuovono. Interventi delle curatrici della mostra  Concetta Leto e Silvia Pirracchio. Quest’ultima presidente della fondazione Mazzonis nonché musa dell’artista. Monsignor Anfossi, vicepresidente della fondazione, la vicepresidente del consiglio regionale Daniela Ruffino. Poi la storica dell’arte Barbara Stabielli ed il critico dell’arte Vittorio Sgarbi.

RUFFINO

La candidatura della Sacra di San Michele ad essere inserita nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco è la nuova sfida che la nostra comunità ha accettato. In tale contesto di promozione e valorizzazione del nostro variegato patrimonio la cultura ha un posto di primo piano. Lo evidenzia bene la mostra di Mazzonis, inaugurata oggi con un grande successo di pubblico“. Così ha detto Daniela Ruffino, in occasione dell’inaugurazione della mostra.  Territorio, arte, storia e fede sono aspetti che si intersecano e convivono nelle nostre valli.” Commenta la vice presidente del Consiglio Regionale annunciando la prossima tappa della mostra che avrà luogo presso il Palazzo della Regione nell’autunno venturo.

SGARBI

Infine è intervenuto il noto critico d’Arte Vittorio Sgarbi, il quale passando per fatti di attualità fino ad arrivare alla lettura di alcuni passi del Vangelo, ha delineato il ruolo della Donna nella società. Sgarbi ha evidenziato come il rapporto di Gesù con la donna fosse non di supremazia ma di profonda comprensione, un rapporto “madre-bambino”, di amore assoluto. Egli ha sottolineato come la Maddalena raffigurata da Mazzonis  non sia una donna idealizzata, astratta bensì una donna reale, ispirata a Silvia Pirracchio, la sua musa a cui egli, come Gesù fece con la Maddalena, ha voluto affidare il ruolo di testimone del suo destino. “Nei suoi quadri ha voluto rappresentare la Maddalena come una donna comune, una donna a cui ha consegnato una missione, di tenere vivo un pittore che diversamente sarebbe scomparso” ha scritto il critico nell’introduzione del catalogo. E poi “Nell’artista non c’è cesura o separazione tra arte profana e religiosa. Tutta la sua opera è ricerca dell’umano e simultaneamente del profondo che può esser detto anche religioso o sacro. Egli sceglie l’uomo anche quando si pone davanti al Cristo come gli artisti del passato e cerca valori universali”.

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