Sant’Ambrogio: un archeo-apericena per conoscere la storia della birra

SANT’AMBROGIO – Venerdì 19 ottobre alle ore 19.30 l’Associazione Archeologica Aviglianese organizza, in collaborazione con il Birrificio San Michele, un archeo-apericena aperto a tutti. La serata includerà una conferenza di Federico Bottigliengo, egittologo e collaboratore del Museo Egizio di Torino, che racconterà in modo accurato, ma divertente il ruolo della birra nell’antico Egitto, la sua importanza materiale, ma anche spirituale. Contemporaneamente, agli intervenuti sarà servita una birra media a scelta tra quelle prodotte artigianalmente dal birrificio e saporiti stuzzichini.

Al termine della serata, ci sarà una visita guidata del birrificio per scoprire come la tanto amata bevanda sia prodotta oggi come un tempo.

Informazioni

  • La partecipazione è al costo di 12 euro a persona.
  • Prenotazioni dalle 9.30 alle 22.30al numero 011 19815118

Il Museo Egizio di Torino è il più antico museo, a livello mondiale, interamente dedicato alla civiltà nilotica ed è considerato, per valore e quantità dei reperti, il più importante al mondo dopo quello del Cairo. Nel 2004 il ministero dei beni culturali l’ha affidato in gestione alla “Fondazione Museo Egizio di Torino”. Nel 2019 il museo ha fatto registrare 853 320 visitatori, risultando il sesto museo italiano più visitato. Nel 2017 i Premi Travellers’ Choice di TripAdvisor classificano l’Egizio al primo posto tra i musei più apprezzati in Italia, al nono in Europa e al quattordicesimo nel mondo. Il primo oggetto che diede origine a una collezione di reperti, primo nucleo di quello che diventerà il museo, fu la Mensa isiaca, tavoletta bronzea giunta a Torino intorno al 1626 quando fu acquistata da Carlo Emanuele I di Savoia.
La Mensa suscitò enorme interesse fra gli studiosi al punto che, verso la metà del XVIII secolo, si volle inviare una spedizione in Egitto per scoprire i fondamenti storici della tavoletta. Tra il 1759 e il 1762 il botanico e professore universitario Vitaliano Donati, che era anche appassionato egittologo, ebbe perciò l’incarico di recarsi in Egitto per effettuarvi degli scavi; egli ritrovò vari reperti, tra cui tre grandi statue: il faraone Ramses II in granito rosa, la dea Sekhmet assisa e la dea Iside rinvenuta a Coptos; tutto il materiale fu inviato al Museo dell’Università di Torino.

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