"Profumo di resina" il libro, il film visti dall'autore Fabrizio Arietti

MEANA- Fabrizio Arietti è prima di tutto un appassionato. Vediamo di cosa. Intanto della montagna, e fra tutte del Moncenisio, poi di tanto altro. Come le cartoline antiche, forse perchè il nonno le produceva e vendeva in Piazza delle Oche a Susa. Fabrizio ama le “sfide” culturali, parte dal basso e piano piano cerca di arrivare in alto, così ricerca, studia, curiosa, si confronta e cerca di aggregare. Insomma l’Arietti di Meana ha tante doti (per i difetti bisogna chiedere alla moglie). Un giorno ha raccolto le avventura di famiglia, i nonni vissero la costruzione e la manutenzione della vecchia diga al Moncenisio quando ancora li sventolava la bandiera con lo stemma sabaudo e le emozioni della storia di casa nostra. E’ andato così alla stampe “Profumo di resina” un romanzo in terra valsusina. Dal libro è nato il film che verrà proiettato oggi, giovedì 2 marzo, in prima visione per quanti hanno lavorato alla produzione al Teatro Magnetto di Almese.

La storia di “Profumo di resina”

Come nascono l’idea e il titolo del libro e poi del film?

“Il “Profumo di resina” è il filo conduttore che lega più generazioni di una famiglia di falegnami. Una famiglia che ha origini Francesi e che percorre cent’anni di storia, dal 1896 al 1996, coinvolgendo il Moncenisio nelle diverse epoche. Per una serie di incredibili circostanze e coincidenze tutto ci riporta a questo piccolo paese di confine.”

Qual è l’emozione più grande nel vedere un’opera letteraria tradursi in pellicola?

“L’emozione di veder trasformato un mio racconto in pellicola è grande. Pensare che una mia storia di fantasia, seppur inserita in un fedele contesto storico, abbia potuto creare spunto per quello che vedremo a breve al cinema mi inorgoglisce. La cosa più appagante è il fatto di poter lasciare traccia di un pezzo di storia della Valsusa, una testimonianza che attraverso il mio romanzo e il film di Luigi Cantore durerà per sempre.

Tra i diversi  periodi storici attraversati e descritti nel libro, e poi nel film, qual è quello che più ti appartiene?

“Il momento storico che mi coinvolge di più emotivamente e senza dubbio quanto successe dopo l’8 settembre 1943. In questi ultimi anni, durante la scrittura dei miei libri precedenti, ho intervistato molte persone che vissero quei tragici momenti di guerra. Ho vissuto, attraverso i loro sguardi e le loro emozioni nel raccontare, i tragici momenti dell’occupazione. E’ molto difficile oggi immaginare cosa possono aver passato i nostri nonni. Strano è pensare che sono trascorsi poco più di settant’anni.”

A chi dedicherai questo momento?
“Ai miei nonni sicuramente, senza la cui storia personale non sarebbe nato “Profumo di resina”

Le date delle proiezioni in Valsusa:

  • la “prima” proiezione di “Profumo di Resina” questa sera 2 marzo alle ore 21.00 presso l’Auditorium Mario Magnetto di Almese (a inviti)
  • Cinema di Avigliana: venerdì 3 marzo, ore 18.30 – 21.15

  • Cinema di Condove: domenica 5 marzo, ore 21.15

  • Venaus, salone polivalente: martedì 7 marzo, ore 21.00 / giovedì 9 marzo, ore 21.00 / sabato 11 marzo, ore 21.00