Pacchiardo, ex addetto stampa di Almese, smentisce il sindaco Bertolo sulle spese di comunicazione durante l’amministrazione Gonella

ALMESE – Il fatto. L’amministrazione di Almese ha pubblicato sull’albo pretorio il decalogo dell’utilizzo della Pagina Facebook del comune. La redazione del nostro giornale ha fatto una ricerca ed ha pubblicato quanto investe l’attuale maggioranza e a chi vanno i soldi, il tutto confermato dalla stessa Bertolo e dal suo vice, in una replica.

LEGGI ANCHE: http://www.lagenda.news/almese-comune-incarico-gestione-facebook-minoranza-polemica/

LEGGI ANCHE: http://www.lagenda.news/polemiche-almese-facebook/

Nel primo articolo è intervenuto anche l’ex sindaco Gionella che ha stigmatizzato l’operato della Bertolo ritenendo che, in questo periodio di difficoltà, sia sbagliato spendere tanti soldi per la comunicazione tra giornalini, siti e Facebook. L’amministrazione successivamente ha spiegato euro su euro come impiega il denaro ed ha accusato Gonella d’aver spenso molto di più di quanto si fa adesso. Sarà vero quanto ha scritto l’attuale sindaco? Parrebbe di no, almeno così a leggere quanto scritto da chi la comunicazione l’ha gestita per anni: Gianni Pacchiardo. Giornalista e scrittore, per anni al bisettimanale Luna Nuova, poi addetto stampa per i comuni; Pacchiardo non è proprio un “ragazzino” appena entrato all’Ordine dei Giornalisti e di sindaci e amministrazioni ne ha scritto e seguiti a centinaia.

Scrive Gianni Pacchiardo

Il sindaco di Almese dovrebbe avere dimestichezza coi numeri invece, nella sua replica alla dichiarazione di Bruno Gonella a proposito delle spese per la comunicazione istituzionale, fa molta confusione. – scrive Pacchiardo in una nota- Al suo predecessore, che faceva rilevare come la cifra di 28 mila euro (in verità 33 mila e rotti) impegnata dall’attuale amministrazione sia un pò eccessiva, Ombretta Bertolo risponde dando i numeri, cioè quanto avrebbe speso l’amministrazione precedente per la comunicazione: più di 10 mila euro l’anno. Ma i numeri non sono quelli e poi il sindaco confonde le pere con le mele, cosa che per un sedicente ambientalista è un peccato mortale“.

Nove anni d’attività

Scrive Pacchiardo: “Ho gestito l’ufficio stampa del Comune di Almese per nove anni e come risulta dalle determine 222 e 223 del 25 marzo 2011, citate nella determina 52 del 23 gennaio 2013 che ampliava le mie competenze, mi è stata corrisposta la cifra lorda triennale di 13.772 euro che fanno 4.590 euro l’anno. Al tempo lavoravo con una collega che percepiva il mio spesso compenso, ma per la realizzazione grafica di volantini, manifesti, pieghevoli e simili. Ecco la confusione fra pere e mele. Insomma: io e la collega facevamo cose diverse. La spesa complessiva era di 27 mila euro e rotti, comunque inferiore a quella sborsata dall’attuale amministrazione almesina e non il contrario, come sostiene la signora Bertolo. La memoria inganna, dice il sindaco, ma i numeri no. Non solo. Ho cercato di capire vanamente nei bilanci la spesa annua per la realizzazione grafica di volantini e manifesti ma non ne sono venuto a capo. Colpa mia che non ho la sapienza ragionieristica che ci vorrebbe in un caso come questo. Credo tuttavia che potrebbero saltar fuori cifre significative che aumenterebbero ancor di più i 33 mila euro e rotti spesi dalla giunta Bertolo per la comunicazione. Così si potrebbe fare un confronto solo fra le mele, o se si preferisce le pere, senza confusioni“.

Le considerazioni dell’ex addetto stampa

“Al primo cittadino di Almese i numeri piacciono tanto ma dovrebbe sapere che vanno messi al posto giusto. L’incarico che mi era stato affidato, la gestione dell’ufficio stampa, si concretizzava pressappoco nelle medesime mansioni di chi mi ha sostituito. Manca la gestione della pagina Facebook e dell’agenda del sindaco (Bruno Gonella sapeva gestire da solo la propria). Le relazioni che ho presentato e non solo quelle, dicono che in termini quantitativi ho fatto più di quando dovevo. Ma questo è un altro discorso. Detto ciò, quando penso a Ombretta Bertolo mi viene in mente la cuoca di Lenin. “Insegneremo alle cuoche a dirigere lo Stato” fa dire Majakovskij al fondatore dell’Unione Sovietica. Io penso invece che le cuoche dovrebbero continuare a cucinare mentre a dirigere lo Stato dovrebbero essere chiamate persone competenti che sanno di cosa parlano. Non credo di poter annoverare fra queste il sindaco di Almese“.

Una missiva sull’amministrazione che, se volesse, avrà spazio sul nostro giornale per una replica, dovuta, e da lettori crediamo attesa.