A Mocchie di Condove: piove sugli Antichi mestieri

CONDOVE – Condove, il cattivo tempo non ha aiutato lo svolgersi della Terza Edizione della ”Fiera degli antichi mestieri” organizzata dall’Associazione “Mocchie e dintorni” che si è svolta domenica 29 maggio. Era tutto pronto nella frazione di Mocchie con dimostrazioni e artigiani che sono comunque stati alloggiati sotto un ampio tendone in piazza. Il pranzo organizzato con arrosticini e patate fritte ha visto una discreta partecipazione. La prelibatezza? La patata rossa di Mocchie fritta a rondelle. Anche dal forno a legna, che ha riscaldato non poco l’ambiente, sono state sfornate pizze, pane di segale e altre gustose specialità. L’associazione per voce degli organizzatori ringrazia i partecipanti, gli artigiani e rinnova l’invito alla partecipazione alla prossima manifestazione in frazione.

ANTICHI MESTIERI

Il carbonaio è il mestiere di trasformare la legna in carbone vegetale, molto diffuso in Italia fino alla metà del secolo scorso, nelle località di montagna e di collina dove c’era abbondanza di legna, che costituisce la materia prima.

Oggi questo antico mestiere è ancora praticato nei boschi della Calabria con qualche beneficio introdotto dal progresso. Le quantità prodotte da ogni carbonaio sono aumentate ed una carbonaia può arrivare a contenere anche 700 quintali di legna [1][collegamento interrotto]. Ogni zona d’Italia ha ovviamente sviluppato termini tecnici differenti a seconda del dialetto parlato. L’arte consiste nel tagliare legna nei boschi, trasportarla in spiazzi piani e aperti (chiamati ial) accatastarla in carbonaie (o poiàt, in dialetto bellunese) ed innescare il processo di combustione lenta che porta alla carbonizzazione ossia alla trasformazione della legna che è un composto organico in carbone.

In passato il carbone vegetale veniva utilizzato come bene succedaneo del carbone fossile e per alcuni usi speciali dovuti all’alto potere di adsorbimento. Ora il carbone vegetale, noto anche come carbonella, è richiesto per alimentare i barbecue e i forni a legna delle pizzerie. Il carbone vegetale ha forti proprietà adsorbenti, ma questo tipo di carbone vegetale viene prodotto con un processo di distillazione secca o carbonizzazione artificiale. I carbonai, per esercitare il loro mestiere, dovevano abbandonare il paese dall’inizio della primavera fino ad autunno inoltrato per trasferirsi con la famiglia in montagna dove c’era la legna da tagliare e dove bisognava sorvegliare giorno e notte la carbonaia per 5 o 6 giorni, per ottenere da 30 a 40 quintali di legna circa 6 forse fino a 8 quintali di carbone. Le donne, oltre a partecipare alla produzione, badavano ad ogni altra cosa di necessità della famiglia, compreso l’onere di allevare ed educare i figli e quando capitava portare a termine le gravidanze.

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