Il Giro d’Italia snobba la Valsusa

AVIGLIANA – Valsusa, niente da fare per gli amanti del ciclismo. Quest’anno, in occasione della 100^ edizione del Giro d’Italia, non sarà possibile ammirare i corridori sulle nostre belle strade. Il passaggio più vicino sarà ad Oropa, nel biellese.

La Valsusa resta orfana del rosa

Ogni anno, al momento della presentazione del percorso, i cittadini della Valsusa restano in trepida attesa di sapere se corridori come Nibali, Aru e Quintana sfrecceranno (o scaleranno) sulle nostre strade. Purtroppo, dopo il repentino passaggio dell’edizione 2015 quando la storica competizione ciclistica passò attraverso Avigliana, Rosta e Rivoli, quest’anno non è previsto alcun passaggio in Valsusa, in Valsangone e nella cintura torinese. Più significativa fu la tappa con arrivo a Sestriere nel 2015 che oltre a portare a sè un grandissimo pubblico, vide anche il trionfo del corridore italiano Fabio Aru, famoso per i suoi numerosi allenamenti svolti proprio nella nostra Valsusa e che purtroppo non prenderà parte alla corsa rosa di quest’anno a causa di un infortunio al ginocchio: lo rivedremo al Tour de France.

Trasferimento ad Oropa per assistere al passaggio del Giro d’Italia

Come detto, niente giro per la Valsusa. Tuttavia, la competizione attraverserà comunque il territorio piemontese. Sarà necessario però spostarsi fino alla provincia di Biella: è infatti previsto al santuario di Oropa l’arrivo della tappa del prossimo 20 maggio.

LA STORIA

Il Giro d’Italia (detto anche Giro o Corsa Rosa) è una corsa a tappe maschile di ciclismo su strada professionistico che si svolge annualmente lungo le strade italiane. Istituito nel 1909 su idea dei giornalisti Tullo Morgagni, Eugenio Camillo Costamagna e Armando Cougnet, è una delle tre corse a tappe più importanti del calendario ciclistico, insieme al Tour de France e la Vuelta a España, ed è inserito dall’Unione Ciclistica Internazionale nel circuito professionistico del World Tour; storicamente è da ritenersi la seconda corsa a tappe più prestigiosa dopo quella francese[1], anche se, a cavallo tra gli anni quaranta e gli anni cinquanta e durante gli anni settanta, il prestigio e il numero di grandi ciclisti iscritti portarono il Giro ad avere un’importanza pari a quella del Tour.

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